giovedì 14 gennaio 2010

Il pensionato gourmet

Ogni giorno un po’ di noia per condire le sue lunghe giornate, le interminabili ore. Non un dolore fisico ad occupare il suo tempo, non una qualche preoccupazione banale: i soldi, la casa gli affetti... niente. Era pacificamente un pensionato senza nulla da fare.
Dopo una vita passata tra le pieghe di una grossa industria farmaceutica ora, nell’immaginario di molte persone, poteva godersi un riposo, certo non meritato in tanti anni di soporifico imboscamento, ma cosi era ed alla fine era riuscito anche lui ad arrivare alla pensione. Ma ora le giornate erano piu’ lunghe, non doveva nemmeno piu’ pensare ad arrivare in tempo al suo ufficio, era sempre in tempo. Sempre. Una vita senza amici, senza affetti, senza grosse aspettative erotiche; l’andropausa aveva portato in dote anche un assopimento delle sue gia’ scarse pulsioni sessuali.
E cosi’ per non dover sempre guardare l’orologio della parete del suo tinello, si era messo a cucinare. All’inizio gli piaceva . Poi aveva scoperto che traeva piacere piu' che altro dagli ingredienti nuovi che cucinava, ed era un piacere fine a se stesso, cucinava ma non mangiava quello che preparava, lo buttava. Cosi’ al mattino usciva per fare la spesa, acquistava verdure freschissime, pesci rari e pregiati, vini costosi, giunto a casa li preparava con una maestria insospettata, affondava le mani grassoccie nelle carni e nelle verdure provandone un brivido, spezzava pagnotte ed infilava le dita tra la mollica, svuotava vasetti di mamellate e caviali annusandoli, toccandoli. Poi cucinava il tutto, preparava i piatti che decorava con una inususale abilita’ e, con una piccola smorfia, gettava il tutto tra i rifiuti. Ma ogni giorno comprava ingredienti piu’ sofisticati, piu’ rari, illudendosi di ricevere qualche nuova sensazione, e cosi’ si era formata in lui quella convinzione strana: solo un cibo o meglio un tipo di carne gli rimaneva ancora da cucinare, qualcosa che pero’ non era disponibile al mercato o nei negozi piu’ specializzati. Quell’ingrediente doveva procurarselo da solo. Si’ sicuramente quello avrebbe fatto la differenza, avrebbe dato una spinta in piu’, un po’ di mordente alla monotonia della sua assuefazione a quella orgia di sapori, odori e consistenze. Quella nuova carne doveva procurarsela, ma come? Non la vendevano in macelleria, ne’ era disponibile in internet, avrebbe fatto da solo.
Verso sera, alle otto, una strana telefonata raggiunse un altro pensionato della stessa citta’, un invito a cena per il giorno dopo, ma guarda che strano, invitato da quel suo vecchio collega, quello timido e schivo. Per curiosita’ aveva accettato.
Dopo due giorni un osso dall’aspetto inusuale che spuntava da un saccheto dei rifiuti insospetti’ qualcuno dei vicini....

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