venerdì 15 gennaio 2010

Un agricoltore biologico

"La natura...., eh! che meraviglia, la Natura. Certo che ammirare un paesaggio cosi’ e’ di conforto per lo spirito ed anche per il corpo, che aria pulita si respira qua!".
Marcel pensava a questo mentre con lentezza voluta vangava il suo pezzetto d’orto tra le campagne della Borgogna. Dalla cima della sua collinetta poteva spingere lo sguardo verso il campanile della cattedrale e vedere anche dove il Nièvre si butta nella Loira. Il sudore gli colava in grossi goccioloni sul collo, rigandolo come ruscelletti veloci. Certo era faticoso vangare il terreno reso duro dalle scarse piogge della stagione, la terra si fendeva sotto il colpo della lama della vanga e tra i solchi, nel profondo, si intavvedeva il colore scuro e rossastro del concime, interrato qualche mese prima. Quest anno le carote sarebbero state da primo premio, avrebbero meritato un riconoscimento, sicuramente. Si era impegnato molto, aveva lavorato il terreno con pazienza e con amore. Aveva bandito da tempo ogni forma industriale di coltivazione, ormai usava solo prodotti naturali e la forza delle sue braccia. Tra un colpo di vanga ed un altro si immaginava gia’ al mercato la prossima estate, immaginava gia’ i colloqui con i clienti “ Monsieur Marcel, quest anno le carote sono un portento” ed immaginava gia’ le sue risposte falso-modeste” che vuole mai, quando c’e’ l’amore per il proprio lavoro...”. Quando la vanga colpiva qualche sasso o elemento piu’ duro Marcel si chinava, lo raccoglieva e lo metteva in disparte, per tenere pulito il terreno, la gente non si immagina cosa si puo’ trovare tra le zolle: un pettine, chiodi, cose perse anni prima...proprio in quel momento la vanga aveva colpito qualcosa di duro, uno strano oggetto della grossezza di un pugno, in metallo, molto lucido e non corroso, una sfera che si articolava con una coppetta, che Marcel raccolse e sposto’ su un lato del campo come i sassi, come i pezzi di ramo.
Passo’ la primavera. In estate, al mercato di Nevers la sua verdura era la piu’ bella, la piu’ colorata. Clienti vecchi e nuovi si avvicinavano al suo banchetto attratti dal rigoglio quasi innaturale delle sue mercanzie.”Complimenti monsieur Marcel, chissa’ come sarebbe contenta la sua povera signora se fosse ancora tra noi” cosi’ dialogavano i numerosi acquirenti e Marcel annuiva felice , indossando una maschera di leggera tristezza che i piu’ attenti scoprivano falsa. “Certo sembra essersi ripreso dal quel tragico inverno” pensavano, tastando le enormi cipolle ed accarezzando le foglie eccessivamente verdi delle carote “quando la sua povera moglie e’ sparita. Poverina...propio qualche giorno dopo essere tornata dall’ospedale dove era stata operata per la protesi all’anca”

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